Il Salame a Fette e il Personaggio Risoluto: Strategie Concrete Contro la Procrastinazione
"Lo farò domani." Quante volte questa frase è diventata il ritornello di giornate, settimane, mesi? La procrastinazione non è pigrizia o mancanza di volontà. È un meccanismo psicologico complesso che può essere affrontato con strategie concrete e consapevoli. Dopo aver compreso le origini e le caratteristiche della procrastinazione, è tempo di esplorare gli strumenti pratici per affrontarla. Non si tratta di soluzioni miracolose – la procrastinazione è ciclica, si ripresenta in diversi periodi della vita – ma di piccoli stratagemmi da tenere in tasca, da utilizzare quando serve.
Francesco Gardona
11/12/20255 min leggere
Primo Principio: Non Si Evita l'Attività, Si Evita l'Emozione
Prima di elencare le strategie, è fondamentale ribadire un punto cruciale: non si procrastina l'attività in sé, ma l'emozione che quella attività suscita.
Un'attività molto complessa, molto articolata, genera spesso un'emozione negativa: frustrazione, paura di affrontare qualcosa di così grande, sensazione di essere schiacciati dal peso del compito. È quell'emozione che si cerca di evitare rimandando.
Comprendere questo significa capire che le strategie efficaci non sono quelle che ci costringono semplicemente a "fare", ma quelle che modificano la relazione emotiva con l'attività.
Strategie Meccaniche: Scomporre, Ordinare, Incentivare
1. Fare un Elenco e Analizzare i Pattern
Il primo passo è portare alla luce il comportamento procrastinatorio:
Fare un elenco di tutte le cose che si tende a procrastinare
Analizzare le caratteristiche comuni: sono tutte complesse? Tutte noiose? Tutte fonte di ansia?
Identificare i pattern personali di procrastinazione
Questa semplice operazione di consapevolezza è già terapeutica: ciò che rimane implicito ha più potere di ciò che viene reso esplicito.
2. La Matrice di Eisenhower: Urgente vs. Importante
Una volta fatto l'elenco, è necessario prioritizzare. La matrice di Eisenhower è uno strumento semplice ma efficace: una tabella a doppia entrata che distingue tra:
Urgente / Non urgente
Importante / Non importante
Questo crea quattro quadranti:
Urgente e importante (da fare subito)
Importante ma non urgente (da pianificare)
Urgente ma non importante (da delegare se possibile)
Né urgente né importante (da eliminare)
Si comincia dalla prima attività della lista – quella più urgente e importante.
3. Il Salame a Fette: Sezionare il Compito
Ecco la metafora chiave: il salame non si mangia mai tutto intero. Si taglia a fette.
Per evitare di sentire quell'emozione di schiacciamento dal "macigno gigante" dell'attività:
Sezionare: dividere l'attività complessa in sotto-attività più piccole e gestibili
Temporizzare: assegnare un tempo specifico per fare la suddivisione ("quando mi metto a fare a fette questo salame?")
Spalmare: distribuire i tempi per ciascuna singola fetta, in modo da rendere l'approccio meno pesante
Esempio pratico: invece di "scrivere la tesi" (gigantesco, paralizzante), si ha:
Definire l'indice (1 ora)
Raccogliere bibliografia capitolo 1 (2 ore)
Scrivere bozza introduzione capitolo 1 (3 ore)
E così via...
4. I Piccoli Incentivi: Modificare lo Stato Emotivo
Ad ogni fetta di salame mangiata, darsi un piccolo incentivo.
Questo serve a modificare lo stato emozionale di fondo: già si ha in bocca "il gusto dolciastro dell'incentivo" e l'amaro dell'attività da svolgere comincia a stemperarsi.
Gli incentivi devono essere:
Proporzionati alla fetta (non una vacanza alle Maldive per 30 minuti di lavoro)
Immediati (non "quando finisco tutto mi premio", ma "quando finisco questa parte")
Genuinamente piacevoli per sé
Strategie Psicologiche: Torturarsi (un Po') per Motivarsi
Alcune strategie hanno una natura più psicologica e possono sembrare, ammettono gli stessi proponenti, "una sorta di torture". Ma sono efficaci.
5. Worst Case Fantasy: I 15 Minuti di Paura
Questa tecnica richiede di immaginare le peggiori situazioni che potrebbero generare dalla mancata esecuzione del compito.
Non accontentarsi delle prime 2-3 conseguenze ovvie. Fare un elenco esaustivo. Perché?
Perché ci si rende conto di quanto quella singola attività possa essere interconnessa come un reticolo neuronale a tantissime altre piccole o grandi cose che non si erano considerate. Si comprende quanto, a livello sistemico, quella specifica attività possa avere ripercussioni su altri ambiti.
Esempio: non fare il cambio stagione dell'armadio non è solo un problema di ordine, ma può generare:
Frustrazione ogni mattina nel cercare vestiti appropriati
Conflitti familiari per il disordine
Sensazione di essere sempre in ritardo
Vestiti rovinati conservati male
Spreco di denaro per ricomprare cose che non si trovano
E così via...
Questa operazione genera quella che viene chiamata avversione al fallimento: la sana paura che spinge all'azione.
6. Peggiorare Deliberatamente: Il Masochismo Creativo
Dopo aver elencato le conseguenze negative reali, fare un ulteriore passo: inventarsi altre cose che potrebbero generare ulteriore disagio.
"Come potrei far andare ancora peggio questa situazione? Come potrei peggiorare le conseguenze del mio procrastinare?"
Sembra assurdo, ma questa operazione:
Rende consapevoli dei rischi che si stanno correndo
Genera motivazione attraverso l'avversione
È simile all'analisi SWOT nel management, dove si elencano anche tutti i punti di debolezza e i rischi
Strategie Immaginative: Diventare Qualcun Altro
7. Lo Stratagemma del "Come Se": Recitare un Personaggio Risoluto
Questa tecnica nasce agli albori della psicologia americana, ideata dal filosofo e psicologo William James alla fine dell'Ottocento: agire come se.
Nel contesto della procrastinazione:
Immaginare un personaggio risoluto (da un libro, un film, un'opera teatrale)
Immedesimarsi completamente in quel personaggio
Approcciare l'attività non come se stessi, ma come quel personaggio
Può sembrare strano, ma l'operazione di immedesimazione, se fatta devotamente, ha un grosso potere di spinta emotiva. Si modificano:
Le modalità di approccio
I sentimenti
Le aspettative
Non è più "io" ad agire (con tutte le mie resistenze, paure, abitudini procrastinatorie), ma è quel personaggio. E quel personaggio non procrastina.
Strategie Attentive: Il Qui e Ora del Flow
8. La Focalizzazione: Indurre lo Stato di Flow
Capita a tutti di aver sperimentato momenti in cui si è talmente immersi in un'attività che il mondo attorno scompare. Nello sport questo viene chiamato stato di flow o flusso.
Questo stato può essere indotto, anche se richiede pratica. Il problema quando si fa un'attività procrastinata è che, complice lo stato emotivo negativo, la mente tende ad andare per la tangente: mille finestrelle si aprono, impedendo di rimanere agganciati all'attività.
La soluzione? Pratiche di focalizzazione attentiva, come la mindfulness:
Concentrarsi sul respiro per alcuni minuti
Focalizzare l'attenzione sull'aria che entra ed esce dal naso
Riportare dolcemente l'attenzione quando la mente vaga
Molti smartwatch offrono funzioni di reminder per respirare consapevolmente. Non è misticismo: è allenamento della capacità di governare l'attenzione, riportandola al qui e ora, evitando che vada "di qua e di là".
Una volta raggiunto uno stato di maggiore focus, si riesce a mantenere il punto sull'attività da svolgere.
Il Tempo è Relativo: Percezione vs. Orologio
Un'ultima considerazione importante: il tempo è relativo.
Il tempo dell'orologio è sempre quello, ma l'esperienza soggettiva del tempo varia enormemente:
Alcune esperienze sembrano durare un'eternità
Altre volano via in un attimo
Quando si è nello stato di flow, immersi completamente in un'attività, il tempo soggettivo si comprime. Ore possono sembrare minuti. Questo è uno dei "segreti" della produttività: non tanto lavorare più ore, ma raggiungere stati di maggiore immersione in cui si lavora meglio e con meno sofferenza.
La Semplicità delle Soluzioni
Una nota finale: molte di queste strategie sono semplici, quasi ovvie. E proprio per questo rischiano di essere scartate.
Si pensa: "Eh, beh, effettivamente è ovvio, no?" E proprio perché sono ovvie, si danno per scontate e non si applicano.
Ma molte soluzioni a problemi psicologici (e non solo) sono effettivamente semplici. Non facili da applicare, ma semplici da comprendere. Il punto non è la complessità intellettuale della strategia, ma la disciplina nell'applicarla costantemente.
Conclusione: Un Toolkit Personale Contro la Procrastinazione
Non esiste una strategia universale che funzioni per tutti e in tutte le situazioni. La procrastinazione è un fenomeno complesso e personale. Ma avere un toolkit di strategie diverse da cui attingere a seconda delle circostanze può fare la differenza.
Alcune di queste strategie sono meccaniche (scomporre, ordinare, incentivare). Altre sono psicologiche (immaginare conseguenze negative). Altre ancora sono immaginative (recitare un personaggio) o meditative (coltivare la focalizzazione).
La chiave è sperimentare, trovare quelle che funzionano per sé, adattarle alle proprie caratteristiche personali. E soprattutto, ricordare che la procrastinazione è ciclica: non si "sconfigge" una volta per tutte, ma si gestisce con consapevolezza e strumenti appropriati.
Il salame va tagliato a fette. Il personaggio risoluto va recitato. Il respiro va osservato. E quell'attività che si è procrastinata per settimane? Forse è il momento di approcciarne almeno la prima fetta.
Quale di queste strategie risuona di più? Quale si potrebbe sperimentare già da oggi su quell'attività che si sta procrastinando da troppo tempo?
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