Il Significato: Un Viaggio tra Filosofia, Semiotica e Psicoterapia
Cosa significa davvero "significato"? Come attribuiamo senso alle parole, ai gesti, alle esperienze? E perché comprendere questo processo è fondamentale per chi lavora nel campo della psicoterapia? Questo articolo vi accompagna in un affascinante viaggio attraverso millenni di riflessione filosofica, dalle intuizioni dei presocratici alla moderna pratica clinica, per scoprire come il significato non sia un'entità fissa, ma un processo dinamico che costruiamo continuamente nelle nostre relazioni e nei nostri contesti di vita.
Francesco Gardona
10/15/20256 min leggere
Le Origini: Quando gli Antichi Iniziarono a Interrogarsi
La domanda sul significato delle parole accompagna l'umanità da sempre. Già nell'antica Grecia, i filosofi presocratici si ponevano interrogativi fondamentali: le parole rappresentano naturalmente le cose, o il loro legame è arbitrario?
Eraclito sosteneva che esistesse una corrispondenza naturale tra parole e realtà - come se il linguaggio fosse uno specchio perfetto del mondo. Parmenide, al contrario, notava qualcosa di inquietante: per uno stesso oggetto esistono diversi significati. Come può essere questo, se le parole dovessero rappresentare fedelmente la realtà?
Platone tentò una prima classificazione distinguendo tra "dire" (légein) e "denominare" (onomázein). Ma fu Aristotele a proporre una teoria più articolata: il significato dipende dalle forme linguistiche, che sono immagini mentali di oggetti reali. Un'idea rivoluzionaria per l'epoca: il significato è sì arbitrario, ma anche convenzionale - stabilito cioè da un accordo tra parlanti.
Il Medioevo e l'Età Moderna: Affinare gli Strumenti
Nel Medioevo, pensatori come Agostino d'Ippona e Guglielmo di Occam distinsero tra la capacità di una parola di riferirsi a un oggetto (suppositio) e quella di rappresentare una forma (significatio). Una distinzione sottile ma cruciale.
John Locke, nel 1690, riprende il tema definendo le parole come "marchi" impressi alle idee, che a loro volta rappresentano significati. È come se le parole fossero etichette che applichiamo ai nostri pensieri.
La Rivoluzione del Novecento: Due Strade Divergenti
Nel XIX secolo, la riflessione sul significato prende due direzioni distinte: una europea, legata alla logica formale, e una americana, connessa al pragmatismo.
La Strada Europea: Frege, Russell e il Primo Wittgenstein
Gottlob Frege, nel 1892, introduce una distinzione fondamentale: ogni segno ha sia un riferimento (Bedeutung) - l'oggetto a cui rimanda - sia un senso (Sinn) - il modo in cui quell'oggetto ci viene presentato.
Pensate a questi tre termini: "Stella Diana", "Lucifero" e "Pianeta Venere". Tutti si riferiscono allo stesso oggetto celeste, ma il senso è diverso! Nei primi due casi parliamo di una "stella del mattino", nell'ultimo di un pianeta. Stesso riferimento, sensi differenti.
Bertrand Russell e il giovane Ludwig Wittgenstein spingono questa idea oltre. Nel suo Tractatus, Wittgenstein vede il linguaggio come uno specchio del mondo: le frasi hanno la stessa struttura dei fatti che rappresentano. Se ho del cloruro di sodio, devo chiamarlo così perché questa è la sua descrizione scientifica precisa.
La Svolta: Il Secondo Wittgenstein e l'Uso
Ma Wittgenstein stesso, nelle sue Ricerche Filosofiche del 1953, compie una svolta radicale. Si rende conto che il significato sta nell'uso. Le parole hanno senso nel contesto in cui vengono impiegate, secondo le regole e le convenzioni di una comunità.
Riprendiamo l'esempio del cloruro di sodio: non ha senso chiedere al cameriere di un ristorante del "cloruro di sodio" - risulta più sensato chiedere del "sale"! Stesso oggetto, contesti diversi, significati diversi.
La Strada Americana: Il Pragmatismo
Dall'altra parte dell'Atlantico, il pragmatismo americano - con Charles Sanders Peirce in testa - sviluppa un'idea complementare. Peirce fonda la semiotica moderna, la disciplina che studia i segni. Per lui, non esiste pensiero senza segno, e ogni segno rimanda a un altro segno in una catena infinita. Il nostro contatto con la realtà è sempre mediato, mai diretto.
Anatomia del Segno: Come Funziona il Significato
Ferdinand De Saussure, nel suo Corso di linguistica generale, fornisce gli strumenti chiave per comprendere come funziona il significato. Ogni segno è composto da due facce inscindibili:
Il significante: la forma materiale (suoni, immagini, oggetti) che percepiamo
Il significato: il concetto, l'idea che quella forma evoca
Pensate alla parola "cane": il significante sono i suoni /k-a-n-e/ o le lettere scritte; il significato è il concetto di quell'animale a quattro zampe che abbaia.
Ma ecco il punto cruciale: il rapporto tra significante e significato è arbitrario. Non c'è nessun motivo "naturale" per cui quei suoni debbano indicare quell'animale. È solo una convenzione della lingua italiana! In inglese si dice "dog", in tedesco "Hund", in giapponese "inu" - stesso significato, significanti completamente diversi.
Oltre il Semplice: Denotazione e Connotazione
Il processo non si ferma qui. Quando parliamo, attiviamo due livelli di significato:
Denotazione: il significato letterale, dizionariale. "Rosa" = pianta con spine e fiori
Connotazione: i significati culturali, emotivi, associativi che si stratificano. "Rosa" può evocare amore, romanticismo, delicatezza
È attraverso le connotazioni che la cultura penetra il linguaggio. Le stesse parole possono avere connotazioni radicalmente diverse in culture diverse.
Il Significato in Azione: L'Ostensione
C'è un terzo modo in cui il significato si manifesta: l'ostensione, quando mostriamo qualcosa per indicare la categoria a cui appartiene. Se punto un bicchiere dicendo "questo è vetro", sto usando quell'oggetto particolare per indicare un'intera classe di oggetti.
È il processo che Wittgenstein chiamava "gioco linguistico": il significato emerge dall'uso concreto in un contesto specifico, secondo regole condivise da una comunità. Come in un gioco, le regole determinano cosa ha senso e cosa no.
Perché Tutto Questo Importa in Psicoterapia?
Qui arriviamo al cuore della questione: comprendere come funziona il significato è fondamentale per chi lavora in psicoterapia, specialmente nell'approccio interazionista.
L'antropologo Clifford Geertz scrisse che "l'uomo è un animale impigliato nelle reti di significato che egli stesso ha tessuto". Se la realtà psicologica delle persone è costruita attraverso i significati che attribuiscono agli eventi, allora cambiare il significato significa cambiare l'esperienza.
La Ristrutturazione: Cambiare il Significato per Cambiare la Vita
Uno degli strumenti più potenti della psicoterapia interazionista è la ristrutturazione: dare a un evento, una situazione o un comportamento un significato diverso.
Non si tratta di negare i fatti, ma di farli "appartenere" a una categoria diversa. Immaginate una persona che considera il proprio nervosismo come "debolezza". Il terapeuta può aiutarla a ristrutturare quel nervosismo come "sensibilità" o "attenzione ai dettagli" - non cambiano i fatti (la persona è ancora nervosa), ma cambia radicalmente il significato e quindi l'esperienza di quel nervosismo.
Come scrivono Watzlawick e colleghi in Change, una volta che una persona percepisce l'appartenenza alternativa a una classe, difficilmente ricadrà nella visione precedente. È come imparare un nuovo "gioco linguistico" che rende obsoleto il vecchio.
Lavorare sui Processi, Non Solo sui Contenuti
L'approccio semiotico alla psicoterapia implica concentrarsi non tanto sui significati già esistenti, quanto sui processi attraverso cui i significati si generano.
Significa esplorare:
Come il paziente costruisce le sue narrazioni
Quali regole implicite guidano la sua attribuzione di senso
In quali contesti certi significati emergono
Come le relazioni influenzano i significati
Ad esempio, aiutare un paziente a modificare un modello narrativo disfunzionale richiede la costruzione di nuove narrazioni che facilitino l'accesso a risorse emotive e cognitive prima inaccessibili.
La Natura Situata del Significato
Uno degli insegnamenti più preziosi di questo viaggio attraverso la filosofia del significato è questo: il significato non è mai universale o oggettivo, ma sempre situato in un contesto.
Per la pratica clinica, questo implica che il terapeuta deve essere attento non solo a cosa dice il paziente, ma anche a come quei significati emergono nel contesto della relazione terapeutica e della vita del paziente.
Trattare il significato come un dato fisso e oggettivo porterebbe a interventi meno efficaci. Riconoscere invece la natura dinamica, relazionale e contestuale del significato permette di costruire interventi personalizzati che aiutano il paziente a riorganizzare il proprio sistema di significazione.
Conclusione: L'Insostenibile Leggerezza
Il titolo di questo articolo - un omaggio a Milan Kundera - cattura perfettamente la natura paradossale del significato: è insostenibile perché millenni di riflessione non hanno esaurito il tema, ed è leggero perché si "vaporizza" nell'uso, cambia con il contesto, si trasforma nelle relazioni.
Ma è proprio questa leggerezza che rende il significato così potente come strumento terapeutico. Se i significati non fossero arbitrari e convenzionali, se fossero fissi e immutabili, non potremmo cambiarli. E cambiare i significati - come abbiamo visto - significa cambiare l'esperienza, aprire nuove possibilità, trasformare le narrazioni che ci imprigionano.
Come scrisse Wittgenstein, una volta che impariamo un nuovo gioco linguistico, possiamo generare nuove forme di vita. E forse è proprio questo il dono più prezioso che la comprensione del significato può offrire: la consapevolezza che le reti in cui siamo impigliati, pur essendo reali nei loro effetti, sono anche tessute da noi - e quindi possono essere ritessute diversamente.
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