L'Albero Tossico della Violenza di Genere: Radici, Tronco e Frutti Avvelenati
La violenza di genere è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo. Non conosce confini geografici, classi sociali, culture o religioni. Eppure, nonostante la sua pervasività, rimane spesso invisibile, normalizzata, taciuta. Comprenderne la natura profonda – le cause, le manifestazioni, le conseguenze – è il primo passo per contrastarla efficacemente. Per visualizzare la complessità di questo fenomeno, è stata elaborata una metafora potente: l'albero tossico della violenza di genere. Come un albero che affonda le radici nel terreno, si sviluppa in un tronco e rami, e produce frutti, così la violenza di genere ha cause profonde, manifestazioni multiple e conseguenze devastanti che si propagano ben oltre la persona che la subisce.
Francesco Gardona
11/18/20256 min leggere
Definire la Violenza di Genere: Più di un Atto Isolato
Prima di esplorare l'albero, è necessario comprendere cosa si intende esattamente per violenza di genere. Il Comitato Permanente Interagenzia delle Nazioni Unite la definisce come qualsiasi atto dannoso perpetrato contro la volontà di una persona e basato su differenze socialmente ascritte tra maschi e femmine – ossia di genere.
Questa definizione contiene elementi cruciali. Innanzitutto, si parla di atto dannoso: qualcosa che implica l'uso di forza, che può essere fisica ma anche emotiva, sociale o economica. Non solo violenza nel senso più immediato e visibile, ma anche forme più sottili e insidiose di coercizione e controllo.
In secondo luogo, l'atto avviene senza consenso della persona che lo subisce. Il consenso autentico richiede una scelta informata, effettuata spontaneamente e volontariamente, all'interno di un rapporto tra persone in condizioni di pari potere. Quando queste condizioni non esistono, non può esserci vero consenso.
Infine, e questo è forse l'elemento più importante, la violenza si basa su differenze di genere socialmente costruite. Qui è fondamentale distinguere tra genere e sesso. Il sesso fa riferimento alle caratteristiche biologiche che determinano se un individuo è maschio, femmina o intersessuale. Il genere, invece, è una categoria costruita socialmente: riguarda i comportamenti, le attività, gli attributi che in una determinata società, in un determinato momento, definiscono ciò che è considerato maschile e ciò che è considerato femminile.
Il genere prescrive doveri e responsabilità diversi a donne e uomini nelle varie fasi della vita. E quando queste prescrizioni sono rigide, gerarchiche, discriminatorie, creano il terreno fertile per la violenza.
Le Radici dell'Albero: Le Cause Profonde
Nell'immagine dell'albero tossico, le radici rappresentano le cause profonde della violenza di genere. Sono tre, interconnesse e reciprocamente rafforzanti: il mancato rispetto dei diritti umani, l'abuso di potere e la disparità di genere.
La prima radice è il mancato rispetto dei diritti umani. Gli atti di violenza di genere violano una serie di diritti fondamentali sanciti a livello internazionale: il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona, il diritto alla salute fisica e mentale, il diritto alla libertà di opinione e di espressione. Quando questi diritti non sono garantiti o tutelati, quando sono considerati negoziabili o secondari, la violenza trova spazio per prosperare.
La seconda radice è l'abuso di potere. Il potere è definito come la capacità di prendere decisioni e di agire, ed è direttamente connesso alla possibilità di scelta. Questa connessione è cruciale: minore è la possibilità di scelta di una persona, minore è il suo potere, maggiore è la sua vulnerabilità alla violenza. Chi detiene potere in una relazione – economico, sociale, fisico, istituzionale – può abusarne per controllare, coercire, danneggiare chi ne ha meno.
La terza radice è la disparità sistemica tra maschi e femmine che esiste nelle società di tutto il mondo. Le donne, le ragazze e le bambine sono collocate, a livello sistemico, in una posizione di svantaggio in termini di potere sociale, influenza e controllo delle risorse. Questa disparità non è naturale o biologicamente determinata: è costruita socialmente e mantenuta attraverso norme, leggi, pratiche culturali, strutture economiche.
Ed è proprio per sottolineare questa origine sistemica che si parla di "violenza di genere" piuttosto che semplicemente di "violenza contro le donne". Circa una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita – una statistica agghiacciante. Ma il termine evidenzia anche che la discriminazione di genere è una caratteristica comune alla maggior parte di queste forme di violenza.
Chi È Colpito: Donne, Uomini, Persone LGBTI
La violenza di genere colpisce principalmente donne e minori femmine, ma non esclusivamente. Il termine viene utilizzato anche per descrivere atti di violenza contro uomini e minori maschi commessi con lo scopo esplicito di rinforzare le norme sociali sulla mascolinità – per esempio, punire chi non si conforma a certi standard di "virilità".
E viene utilizzato per descrivere la violenza perpetrata contro persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI), un gruppo particolarmente a rischio. Come sottolinea la campagna delle Nazioni Unite: "Per milioni di persone LGBTI, la giustizia è lontana dall'essere garantita. A livello globale, troppi paesi mantengono leggi antiquate o repressive. Essere LGBTI spesso significa nascondere chi si è o rischiare rifiuto, discriminazione e violenza. In alcuni paesi, significa arresto, prigione o addirittura pena di morte."
Quando si fa riferimento a chi ha subito violenza di genere, si usano termini diversi: vittima o persona sopravvissuta. Sebbene utilizzati in modo intercambiabile, il secondo termine è preferibile perché sottolinea la resilienza e favorisce l'empowerment, riconoscendo l'agency della persona invece di definirla solo attraverso la violenza subita.
I Fenomeni Atmosferici: I Fattori Contributivi
Oltre alle cause profonde rappresentate dalle radici, ci sono fattori contributivi che aumentano i rischi di violenza di genere. Nell'immagine dell'albero, sono rappresentati dai fenomeni atmosferici che favoriscono la crescita dell'albero tossico.
Questi fattori sono legati al contesto e alla condizione personale: conflitti armati, epidemie, mancanza di istruzione, mancanza di protezione da parte delle autorità, povertà, sfollamento forzato, abuso di droga e alcol. Anche la migrazione può rappresentare un fattore contributivo, esponendo le persone migranti e rifugiate a vulnerabilità specifiche.
È importante notare che questi non sono cause in sé, ma amplificatori delle cause profonde. Non è la povertà di per sé a causare violenza di genere, ma la povertà combinata con la disparità di genere e l'abuso di potere crea condizioni in cui la violenza diventa più probabile e più difficile da sfuggire.
Il Tronco e i Rami: Le Tipologie di Violenza
Il tronco e i rami dell'albero rappresentano le diverse tipologie di violenza di genere. Esistono vari modi per categorizzarle – ogni ordinamento giuridico ha le proprie definizioni – ma una suddivisione comune identifica quattro categorie principali: violenza sessuale, fisica, socio-economica, emotiva e psicologica.
La violenza sessuale include qualsiasi atto sessuale o tentativo di atto sessuale compiuto senza consenso. La violenza fisica riguarda l'uso intenzionale di forza fisica con il potenziale di causare morte, disabilità, lesioni o danno. La violenza socio-economica comprende il controllo delle risorse economiche, l'isolamento sociale, il controllo dell'accesso all'istruzione o al lavoro. La violenza emotiva e psicologica include comportamenti che minano l'autostima, il senso di valore personale, provocando paura, umiliazione, isolamento.
Spesso gli atti di violenza di genere sono complessi e includono molteplici tipologie simultaneamente. Un partner violento può esercitare contemporaneamente controllo economico, violenza fisica e manipolazione psicologica. Questa complessità rende la situazione ancora più difficile da riconoscere e da cui liberarsi.
Le Foglie e i Frutti: Le Conseguenze Devastanti
Le foglie e i frutti dell'albero rappresentano le conseguenze della violenza di genere. E sono frutti avvelenati che contaminano ogni aspetto della vita della persona sopravvissuta.
Le conseguenze sulla salute fisica comprendono lesioni che possono causare malattie acute e croniche, con impatti sui sistemi neurologico, gastrointestinale, muscolare, urinario e riproduttivo. Questi effetti possono rendere la persona incapace di condurre attività fisiche e mentali che sarebbero altrimenti gestibili.
Le conseguenze sulla salute sessuale e riproduttiva includono gravidanze indesiderate, complicazioni durante aborti non sicuri, disfunzioni sessuali, infezioni trasmesse sessualmente compreso l'HIV.
Le conseguenze psicologiche sono profonde e durature: depressione, ansia, uso dannoso di alcol e droghe, disturbo post-traumatico da stress, tendenze suicide. Il trauma della violenza può alterare permanentemente il modo in cui la persona percepisce se stessa, gli altri, il mondo.
Le conseguenze sociali ed economiche possono essere altrettanto devastanti: perdita del lavoro, separazione, divorzio, perdita della custodia dei figli, incapacità di garantirsi il sostentamento. Per i minori, difficoltà scolastiche e maggiore vulnerabilità al bullismo. Le donne sopravvissute possono essere abbandonate dai mariti e costrette a prendersi cura dei figli senza alcun sostegno, talvolta costrette all'isolamento in casa.
E poi c'è lo stigma. Le persone sopravvissute alla violenza di genere possono soffrire ulteriormente a causa dello stigma associato alla violenza subita. L'ostracismo della comunità e della famiglia può metterle in una posizione di ancora maggiore svantaggio sociale ed economico, in un circolo vizioso che rende la liberazione sempre più difficile.
Sradicare l'Albero Tossico
L'immagine dell'albero tossico ci mostra che la violenza di genere non è composta da episodi isolati e casuali. È un fenomeno sistemico, con radici profonde nella struttura stessa delle società, che si manifesta in forme multiple e produce conseguenze che si propagano ben oltre la persona che la subisce direttamente.
Per contrastare efficacemente la violenza di genere, non basta intervenire sui singoli episodi o sulle conseguenze immediate. Bisogna sradicare l'albero, lavorando sulle cause profonde: garantire il rispetto dei diritti umani per tutti, ridistribuire il potere in modo equo, eliminare la disparità sistemica di genere.
E chiunque lavori con migranti, rifugiati, persone vulnerabili, deve essere in grado di riconoscere quando emerge un vissuto di violenza e di fornire un primo supporto adeguato. Perché solo quando la violenza viene nominata, riconosciuta, affrontata, si può cominciare a immaginare un mondo in cui quell'albero tossico non trovi più terreno fertile per crescere.
La violenza di genere ci riguarda tutti, non solo chi la subisce direttamente. Che ruolo possiamo avere nello sradicare questo albero tossico?
Bibliografia
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