L'Arte di Risolvere: Un Viaggio nel Problem Solving Strategico
Nel frenetico panorama della vita moderna, la capacità di affrontare e superare le sfide si rivela una competenza sempre più preziosa. Sia che si tratti di ostacoli personali, dinamiche professionali complesse o dilemmi quotidiani, l'approccio con cui ci relazioniamo ai problemi può fare la differenza tra il rimanere bloccati e il progredire. È in questo contesto che il Problem Solving Strategico, come delineato da Giorgio Nardone, emerge come una metodologia strutturata e profondamente efficace. Non si tratta semplicemente di trovare una soluzione, ma di costruire un percorso ragionato che trasformi le difficoltà in opportunità di crescita e cambiamento.
Francesco Gardona
12/4/20254 min leggere
Fondamenti della Metodologia Strategica
Questo approccio si fonda sull'idea che i problemi, per quanto complessi possano apparire, spesso mantengono una struttura logica che può essere decifrata e indirizzata con strumenti specifici. Nardone, nel suo lavoro, ci guida attraverso sette passaggi fondamentali, una sorta di bussola per navigare le acque talvolta turbolente delle nostre sfide. Queste fasi, se applicate con rigore e flessibilità, permettono di smantellare il problema pezzo dopo pezzo, fino a trovare la via d'uscita più funzionale.
Primo Passo: La Definizione Precisa del Problema
Il viaggio inizia con la definizione del problema. Sembra un passo intuitivo, eppure è qui che spesso si annidano le maggiori insidie. Non si tratta di dare un nome generico alla difficoltà, ma di indagarla con la precisione di un investigatore. Chi è coinvolto? Cosa succede esattamente? Dove e quando si manifesta? Perché accade? E, cruciale, come funziona? L'impiego delle famose "5 Wh" + "h" (Who, What, Where, When, Why, How) del giornalismo non è casuale: ci spinge a superare le interpretazioni superficiali per cogliere la realtà concreta e descrittiva del problema. È un processo che richiede di guardare il problema da più angolazioni, ridefinendolo ripetutamente per svelarne ogni sfumatura. Questa fase è paragonabile alla creazione di una mappa dettagliata prima di intraprendere un viaggio, essenziale per non perdersi lungo il cammino.
Secondo Passo: Il Concordamento dell'Obiettivo
Una volta tracciati i contorni del problema, il secondo passo consiste nel concordare l'obiettivo. Questo significa visualizzare la realtà desiderata, quella in cui il problema non esiste più o è stato trasformato. Anche qui, la concretezza è fondamentale. Quali saranno i cambiamenti tangibili? Cosa vedremo, sentiremo o faremo di diverso che ci permetterà di affermare con certezza che l'obiettivo è stato raggiunto? L'applicazione delle stesse domande descrittive usate per il problema aiuta a delineare una meta chiara, specifica e misurabile. Concordare l'obiettivo significa disegnare la destinazione finale, un faro che guiderà tutte le azioni successive e fornirà un criterio oggettivo per valutare i progressi.
Terzo Passo: L'Analisi delle Tentate Soluzioni
Dopo aver definito con precisione il problema e concordato l'obiettivo, il percorso strategico prosegue con una fase altrettanto illuminante: la valutazione delle tentate soluzioni. Spesso, di fronte a un problema, la nostra prima reazione è quella di applicare soluzioni che in passato hanno funzionato, o che percepiamo come logiche. Tuttavia, nel contesto attuale, queste potrebbero rivelarsi inefficaci o addirittura controproducenti. Questo terzo passo ci invita a esaminare criticamente tutte le azioni intraprese fino a quel momento per risolvere il problema. L'analisi si concentra su due aspetti chiave: ciò che non ha funzionato, per evitare di ripeterlo, e ciò che ha avuto un minimo di successo, per comprendere quali elementi potrebbero essere potenziati. È un processo di apprendimento dall'esperienza, una sorta di inventario delle strategie già messe in campo per capire quali meritano di essere abbandonate e quali, eventualmente, raffinate. Se il problema è inedito, e quindi non vi sono tentativi pregressi da analizzare, si può procedere direttamente al passo successivo.
Quarto Passo: La Tecnica del "Come Peggiorare"
La quarta fase, la tecnica del "come peggiorare", rappresenta un vertice di originalità nel pensiero strategico. Di derivazione stoica, questa strategia capovolge la prospettiva tradizionale ponendo una domanda apparentemente controintuitiva: "Se volessi far peggiorare ulteriormente la situazione invece di migliorarla, come potrei fare?". L'obiettivo non è ovviamente quello di causare un danno, ma di identificare in anticipo tutte quelle azioni o comportamenti che potrebbero rivelarsi dannosi o fallimentari. Creare un elenco di queste potenziali "catastrofi" permette di riconoscerle e scartarle prima ancora di metterle in atto. È una forma di prevenzione, un modo per costruire una mappa delle "strade sbagliate" da evitare. Se l'obiettivo non è risolvere un problema ma migliorare una situazione già positiva, la domanda si adatta per esplorare come rovinare un quadro funzionale, arrivando alla medesima consapevolezza di ciò che non va fatto.
Quinto Passo: Lo Scenario Oltre il Problema
Il viaggio attraverso il Problem Solving Strategico continua con la tecnica dello scenario oltre il problema, un passo che ci proietta nel futuro desiderato. Questa fase invita a immaginare vividamente come sarebbe la vita, o la situazione, una volta che il problema fosse completamente risolto e l'obiettivo raggiunto. Cosa cambierebbe? Quali nuove possibilità si aprirebbero? Come ci si sentirebbe? Questa visualizzazione non è un mero esercizio di fantasia, ma un potente strumento per chiarire ulteriormente l'obiettivo e generare motivazione. Aiuta a focalizzare l'attenzione non sulla mancanza (il problema), ma sulla pienezza (la soluzione), stimolando la creatività e la proattività nel delineare il percorso per arrivarci.
Sesto Passo: La Tattica dei Piccoli Passi e la Tecnica dello Scalatore
Successivamente, si introduce la tattica dei piccoli passi. È una strategia che riconosce la tendenza umana a essere sopraffatti da obiettivi troppo grandi o complessi. L'idea è di scomporre il cambiamento desiderato in interventi minimi, quasi impercettibili. Iniziare con il più piccolo dei passi ha un duplice vantaggio: riduce la resistenza al cambiamento, sia interna che nel sistema in cui si agisce, e bypassa l'eventuale sensazione di incapacità di fronte a grandi azioni. La bellezza di questa tattica è che, una volta avviato il primo piccolo passo, si innesca spesso un "effetto valanga": un'azione insignificante può generare reazioni e opportunità che conducono a progressi maggiori e inaspettati. Per identificare questi "micro-obiettivi", si ricorre alla tecnica dello scalatore. Immaginando di essere in cima alla montagna (l'obiettivo finale), si visualizza il passo immediatamente precedente, e poi quello prima ancora, e così via, fino a tornare al punto di partenza. Questo processo crea una catena di compiti realizzabili, ciascuno dei quali diventa una tappa intermedia verso la meta.
Settimo Passo: L'Aggiustamento Progressivo e il Monitoraggio
Infine, il settimo e ultimo passo è quello di aggiustare il tiro progressivamente. Il Problem Solving Strategico non è un processo lineare e rigido, ma un ciclo dinamico. Una volta implementate le strategie e intrapresi i piccoli passi, è fondamentale monitorare gli effetti. Questo significa delineare un sistema di feedback rigoroso, ma al contempo flessibile, capace di adattarsi a nuove informazioni, eventi inattesi o contingenze. La sintesi dei risultati deve essere costante, permettendo di valutare ciò che funziona, ciò che necessita di modifiche e ciò che va abbandonato. È un'arte di calibrazione continua, dove l'osservazione attenta e la capacità di adattamento sono le chiavi per mantenere la rotta verso l'obiettivo finale, affinando la strategia man mano che si procede.
Conclusione: Una Filosofia della Trasformazione
Il Problem Solving Strategico si configura così non solo come un metodo per affrontare difficoltà specifiche, ma come una vera e propria filosofia per navigare la complessità, trasformando ogni ostacolo in un'opportunità di apprendimento e miglioramento continuo.
Bibliografia
Nardone, G. (2009). Problem Solving Strategico: l'arte di trovare soluzioni a problemi irrisolvibili. Milano: Adriano Salani Editore.
Nardone, G. & Balbi, E. (2004). Risolvere i problemi psicologici. Una ricerca empirica sulla terapia breve strategica. Milano: Sperling & Kupfer.
Watzlawick, P., Weakland, J. H. & Fisch, R. (1974). Change: Principles of Problem Formation and Problem Resolution. New York: W.W. Norton & Company.
