Le Metafore che Vivono in Noi: Come il Linguaggio Nascosto Plasma la Realtà

"Ho il morale alle stelle", "Sono giù di corda", "La discussione è andata in salita", "Ho toccato il fondo". Semplici modi di dire? O qualcosa di molto più profondo che struttura il modo stesso in cui si pensa e si agisce?La risposta, secondo alcuni dei più importanti studi di linguistica cognitiva degli ultimi decenni, è la seconda. Le metafore non sono semplici ornamenti del linguaggio, figure retoriche da usare per rendere più vivace un discorso. Sono strutture concettuali profonde che organizzano il modo stesso in cui si percepisce, si interpreta e si vive la realtà.

Francesco Gardona

11/11/20256 min leggere

black and silver fountain pen
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Oltre la Figura Retorica: La Metafora Come Struttura del Pensiero

Tradizionalmente, la metafora è stata considerata una figura retorica: un processo espressivo basato su una similitudine sottintesa. Si dice "il ruggito dei motori" (metafora) invece di "il motore suona come un leone che ruggisce" (similitudine esplicita). Si parla di "una grandine di pugni" o dell'"ondeggiare delle spighe" come fossero onde del mare.

È un dispositivo linguistico, poetico, letterario. Serve a rendere più espressivo il discorso, a creare immagini vivide, a comunicare in modo più efficace.

Ma negli anni '70, due studiosi – il linguista George Lakoff e il filosofo Mark Johnson – pubblicarono un testo destinato a rivoluzionare la comprensione delle metafore: "Metaphors We Live By" (tradotto in italiano come "Metafora e vita quotidiana").

La loro tesi, apparentemente semplice ma profondamente sovversiva, era questa: la metafora non è soltanto uno strumento dell'immaginazione poetica o un artificio retorico. È diffusa ovunque nel linguaggio comune ed è sottostante al pensiero stesso e all'azione.

Più radicalmente: l'intero sistema concettuale si basa su metafore. Le metafore guidano il modo di pensare, interpretare le persone, interpretare le cose, interpretare gli accadimenti. E quindi generano la base su cui si costruiscono i comportamenti.

Le Metafore Agiscono a Livello Implicito

L'aspetto più affascinante – e più inquietante – di questa teoria è che le metafore concettuali operano a livello implicito, subcosciente.

Non si sceglie deliberatamente di pensare attraverso metafore. Si ereditano dal sistema concettuale della propria cultura. Sono condivise tra membri della stessa comunità linguistica e culturale, ed è proprio per questo che sono immediatamente comprensibili.

Quando si dice "il ruggito dei motori", l'interlocutore capisce immediatamente. Non perché abbia fatto un ragionamento del tipo "ah, sta paragonando il motore a un leone", ma perché quella metafora concettuale – IL MOTORE È UN ANIMALE – fa parte del sistema concettuale condiviso.

Quando si parla di "conquistare l'opinione" di qualcuno, di "demolire le argomentazioni altrui", di "difendere le proprie posizioni", non si sta consciamente scegliendo una metafora bellica. Quella metafora – IL DIALOGO È UNA GUERRA – è già attiva nel sistema concettuale, e struttura automaticamente il modo di pensare e agire nelle situazioni comunicative.

Tipi di Metafore Concettuali

Lakoff e Johnson identificarono diverse tipologie di metafore concettuali che strutturano l'esperienza quotidiana. Vediamone alcune particolarmente rilevanti.

Metafore di Orientamento Spaziale

Le metafore di orientamento organizzano concetti astratti (emozioni, stati, valutazioni) attraverso orientamenti spaziali (su/giù, dentro/fuori, davanti/dietro, centro/periferia).

SU è POSITIVO / GIÙ è NEGATIVO

Questa è forse la metafora di orientamento più pervasiva:

  • "Ho il morale alle stelle" (felicità = su)

  • "Sono giù di corda" (tristezza = giù)

  • "La situazione sta andando in salita" (difficoltà = movimento verso l'alto faticoso)

  • "Ho toccato il fondo" (depressione = giù estremo)

  • "Le cose stanno migliorando" (miglioramento = movimento verso l'alto)

  • caduto nella disperazione" (stato negativo = caduta)

Si noti: non si tratta di scelte linguistiche casuali. Riflettono una metafora concettuale sistematica secondo cui ciò che è in alto è positivo, forte, vitale, mentre ciò che è in basso è negativo, debole, privo di energia.

Questa metafora ha radici nell'esperienza corporea: quando si sta bene fisicamente, si è eretti; quando si sta male, ci si piega, ci si accascia. La salute e la vita sono associate alla postura eretta; la malattia e la morte alla posizione orizzontale.

DAVANTI è FUTURO / DIETRO è PASSATO

Un'altra metafora di orientamento fondamentale:

  • "Il futuro ci aspetta" (futuro = davanti)

  • "Ho lasciato tutto alle spalle" (passato = dietro)

  • "Guarda avanti, non voltarti indietro" (futuro = direzione dello sguardo)

  • "Dobbiamo andare avanti" (progresso = movimento in avanti)

Metafore Strutturali

Le metafore strutturali permettono di strutturare un concetto astratto nei termini di un altro concetto, solitamente più concreto e fisicamente esperito.

IL TEMPO È DENARO

  • "Spreco tempo"

  • "Investo tempo in questo progetto"

  • "Non ho tempo da perdere"

  • "Mi hai rubato un'ora"

  • "È costato molto tempo"

Questa metafora non è universale – è caratteristica delle culture capitaliste occidentali. Ma chi ci vive dentro la trova talmente naturale da non percepirla nemmeno come metafora.

LE IDEE SONO OGGETTI / LA COMUNICAZIONE È UN TRASFERIMENTO DI OGGETTI

  • "Ho afferrato il concetto"

  • "Non riesco a cogliere quello che dici"

  • "Devo digerire questa informazione"

  • "Trasmettimi le tue idee"

  • "Non ho ricevuto il messaggio"

Metafore Ontologiche

Le metafore ontologiche permettono di concettualizzare esperienze astratte come se fossero entità, sostanze, contenitori.

LA MENTE È UN CONTENITORE

  • "Non mi entra in testa"

  • pieno di idee"

  • "L'ho messo da parte per pensarci dopo"

  • "È una testa vuota"

Le Conseguenze Pratiche: Come le Metafore Plasmano i Comportamenti

Ma perché tutto questo è importante? Perché non sono solo questioni linguistiche astratte. Le metafore concettuali hanno conseguenze concrete e misurabili sul modo in cui si pensa e si agisce.

Nel Dialogo

Come visto nell'articolo precedente, concepire il dialogo attraverso la metafora della GUERRA porta a:

  • Assumere atteggiamenti difensivi

  • Cercare di "vincere" contro l'interlocutore

  • Percepire ogni disaccordo come minaccia

  • Trasformare opinioni in "verità" da difendere

Concepirlo invece attraverso la metafora della DANZA porta a:

  • Cercare coordinazione e sintonia

  • Costruire qualcosa insieme all'interlocutore

  • Percepire il disaccordo come opportunità di arricchimento

  • Mantenere flessibilità nelle posizioni

Negli Stati Emotivi

Concepire la FELICITÀ attraverso la metafora SU e la TRISTEZZA attraverso la metafora GIÙ non è neutro. Influenza:

  • Come si cerca di "sollevare" il proprio umore (letteralmente: portarlo verso l'alto)

  • Come si descrivono i propri stati ("sono caduto nella depressione")

  • Quali strategie si adottano (cercare di "risalire")

Nelle Relazioni

Le metafore che si usano per pensare alle relazioni strutturano profondamente come le si vive:

  • LA RELAZIONE È UN VIAGGIO: "Siamo arrivati a un bivio", "Stiamo procedendo insieme", "È una strada in salita"

  • LA RELAZIONE È UN CONTENITORE: "È una relazione piena di amore", "È una relazione vuota", "C'è molto dentro questa storia"

  • LA RELAZIONE È UN EDIFICIO: "Abbiamo costruito qualcosa insieme", "Le fondamenta sono solide", "La relazione si è sgretolata"

Ognuna di queste metafore suggerisce diverse azioni possibili: se è un viaggio, si può cambiare rotta; se è un edificio, si può riparare; se è un contenitore, si può riempire.

La Comunicazione Persuasiva: Scegliere le Metafore Consapevolmente

Una volta compreso che le metafore strutturano inconsapevolmente il pensiero, si apre una possibilità affascinante: utilizzare consapevolmente le metafore per orientare la comunicazione in una direzione piuttosto che un'altra.

Non si tratta di manipolazione, ma di scelta consapevole delle cornici concettuali attraverso cui presentare una situazione.

Ad esempio, un progetto di lavoro può essere presentato come:

  • Un VIAGGIO: "Intraprendiamo insieme questo percorso"

  • Una BATTAGLIA: "Conquistiamo questo mercato"

  • Una COSTRUZIONE: "Edifichiamo qualcosa di duraturo"

  • Una CRESCITA: "Coltiviamo questa opportunità"

Ognuna di queste metafore attiverà nella mente degli interlocutori un diverso sistema di aspettative, emozioni, comportamenti possibili.

La Prospettiva Interazionista: Costruire Realtà attraverso Metafore Condivise

Dal punto di vista della psicologia interazionista, la teoria delle metafore concettuali di Lakoff e Johnson offre una conferma potente: la realtà non è semplicemente "là fuori", oggettiva e indipendente dal linguaggio. Viene costruita attraverso i sistemi concettuali – incluse le metafore – che si usano per pensarla e comunicarla.

Le metafore non descrivono una realtà preesistente. Creano modi di vedere la realtà, evidenziando alcuni aspetti e nascondendone altri.

Quando si concepisce il tempo come denaro, si evidenzia l'aspetto quantificabile, scambiabile, prezioso del tempo – e si nasconde l'aspetto qualitativo, l'esperienza vissuta del tempo.

Quando si concepisce il dialogo come guerra, si evidenzia l'aspetto competitivo, strategico – e si nasconde l'aspetto collaborativo, costruttivo.

Riconoscere questo permette di diventare più consapevoli delle metafore che si usano – e quindi più liberi di sceglierle o cambiarle quando servono.

Conclusione: Vivere Consapevolmente le Metafore

Le metafore non sono semplici abbellimenti del linguaggio. Sono strutture profonde che organizzano il pensiero, la percezione, l'azione. Operano per lo più a livello implicito, subcosciente, assorbite dal sistema concettuale della cultura di appartenenza.

Ma una volta riconosciute, possono diventare strumenti di consapevolezza e cambiamento. Si può cominciare a notare quali metafore strutturano il proprio modo di pensare a certi ambiti della vita. E, quando quelle metafore non servono più, si può consapevolmente cercare di adottarne altre.

Come si concepisce la propria vita? Come un viaggio? Come una battaglia? Come una costruzione? Come una crescita? Ognuna di queste metafore aprirà possibilità diverse, suggerirà azioni diverse, genererà emozioni diverse.

Forse è tempo di portare alla luce le metafore che si vivono inconsapevolmente. E chiedersi: queste metafore mi servono? Mi aiutano a vivere come voglio vivere? O sarebbe il caso di cambiarle?

Quali metafore strutturano il modo di pensare alla propria vita, al lavoro, alle relazioni? Sono metafore scelte consapevolmente o ereditate senza rifletterci? E se si provasse a cambiarle, cosa potrebbe accadere?

Bibliografia

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