Persone richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale con esigenze particolari: definizioni, tutele e percorsi di presa in carico

Riconoscere e rispondere alle esigenze particolari delle persone richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale significa costruire percorsi di protezione realmente efficaci. Il quadro di riferimento comprende definizioni giuridiche, fasi operative e standard internazionali per la prevenzione e la risposta alla violenza di genere, con un’attenzione specifica anche ai diritti alla salute e alle barriere che ancora ne limitano l’accesso. L’approccio è multidisciplinare e centrato sulla persona, dalla tempestiva individuazione dei bisogni all’invio ai servizi competenti, fino alla presa in carico integrata.

Francesco Gardona

11/29/20254 min leggere

man in black jacket walking on street during daytime
man in black jacket walking on street during daytime

Quadro di riferimento e definizioni

La normativa individua una serie di condizioni che rendono alcune persone più esposte a rischi di violenza, sfruttamento, marginalità o esclusione. L’articolo 17 del D.Lgs. 142/2015 elenca categorie che richiedono particolare attenzione e garanzie, in una logica non esaustiva: minori, minori non accompagnati, persone con disabilità, anziani, donne in gravidanza, genitori soli con figli minori, vittime di tratta, persone con disturbi mentali, persone che hanno subito gravi forme di violenza (compresa quella legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere), vittime di mutilazioni genitali femminili e sopravvissute a naufragio. Non si tratta solo di etichette: ognuno di questi profili porta bisogni specifici e talvolta sovrapposti, spesso connessi a traumi avvenuti nel Paese d’origine, lungo il viaggio o nei Paesi di transito.

L’evidenza documentata, inclusi i rapporti internazionali, descrive con chiarezza come molte persone abbiano affrontato violenze, inclusa quella sessuale, nel corso del percorso migratorio. Per questo, i sistemi di accoglienza e protezione devono prevedere strumenti capaci di intercettare precocemente i bisogni e attivare risposte coordinate, rispettose della dignità e della sicurezza.

Fasi di intervento: individuazione, referral, presa in carico

La prima fase è l’individuazione. Si tratta di un processo sistematico e tempestivo, fondato su strumenti standardizzati e una prima valutazione delle esigenze. L’obiettivo è evitare che bisogni rilevanti passino inosservati, e far emergere elementi di vulnerabilità che richiedono attenzione immediata.

Segue il referral, cioè l’invio ai servizi più adeguati. È un passaggio cruciale che mette in comunicazione accoglienza, sanità, servizi sociali, tutela legale, protezione specialistica per sopravvissute a violenza di genere, supporto psicologico. Il referral efficace presuppone prassi condivise, responsabilità definite e un linguaggio comune tra i diversi attori.

La presa in carico completa il percorso. Non è un atto singolo ma un processo continuativo, spesso multisettoriale e di medio-lungo periodo. Richiede la definizione di obiettivi realistici, il monitoraggio degli esiti, la revisione del progetto in base all’evoluzione dei bisogni e l’eventuale attivazione di soluzioni di accoglienza specializzate. In ogni fase, la persona resta al centro: informata, ascoltata, coinvolta nelle decisioni.

Violenza sessuale e di genere: definizioni, standard e tutela

La violenza sessuale e di genere è un abuso di potere radicato in relazioni diseguali. Riguarda donne e ragazze, ma anche uomini e ragazzi, e comprende atti o minacce perpetrati contro la volontà della persona, con forme che vanno dalla coercizione allo sfruttamento. Ai fini della protezione internazionale, atti persecutori fondati sul genere possono giustificare il riconoscimento dello status di rifugiato per appartenenza a un determinato gruppo sociale.

Gli standard internazionali – inclusa la Convenzione di Istanbul – richiedono prevenzione, protezione e perseguimento dei reati, oltre a misure specifiche per evitare il respingimento verso Paesi dove la persona potrebbe subire tortura o trattamenti inumani o degradanti. Nel quadro interno, la risposta comprende misure di sicurezza e accoglienza, percorsi di supporto sanitario e psicosociale, strumenti di tutela amministrativa e penale e, nei casi previsti, titoli di soggiorno dedicati alle vittime.

La protezione delle sopravvissute e dei sopravvissuti non si esaurisce nella dimensione giuridica: significa costruire contesti sicuri, riservati, culturalmente competenti e informati sul trauma, in cui siano garantiti ascolto, consenso informato, non discriminazione e confidenzialità.

Violenza sessuale e di genere contro uomini e ragazzi

L’esperienza della violenza sessuale e di genere coinvolge anche uomini e ragazzi, in alcune circostanze con forme specifiche: stupri, torture agli organi genitali, pratiche forzate in contesti di detenzione o conflitto, sfruttamento attraverso il survival sex, tratta a fini di sfruttamento sessuale e rituali violenti di iniziazione. Il riconoscimento di queste esperienze è essenziale per evitare sottostima e invisibilizzazione, superare lo stigma e costruire percorsi di cura adeguati, con équipe preparate, mediazione culturale competente e servizi di salute mentale sensibili alla dimensione di genere e alle diverse maschilità.

Diritti alla salute e barriere nell’accesso

Il diritto alla salute per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale comprende l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale, l’assegnazione del medico di medicina generale o del pediatra, l’accesso a cure ospedaliere e specialistiche, farmaci, vaccinazioni, accertamenti diagnostici e prestazioni riabilitative incluse nei Livelli essenziali di assistenza. In linea di principio vige un regime di parità di trattamento rispetto ai cittadini italiani, ma la piena esigibilità del diritto è spesso ostacolata da barriere strutturali, organizzative, burocratiche, economiche e linguistico-culturali, oltre che dalla carenza di informazioni.

Ridurre queste barriere richiede interventi coordinati: informativa chiara sui diritti, mediazione linguistico-culturale qualificata, procedure di facilitazione amministrativa, percorsi di accompagnamento ai servizi, ambienti accoglienti e rispettosi delle differenze. La presa in carico sanitaria dovrebbe integrarsi con quella sociale e legale, in un’ottica di continuità assistenziale e sicurezza.

Garanzie procedurali e limiti di sistema

Un sistema attento alle esigenze particolari include garanzie che iniziano dalla registrazione della domanda di protezione e proseguono con l’esame prioritario dei casi più vulnerabili e la presenza di personale di sostegno. Allo stesso tempo, permangono criticità: insufficiente standardizzazione dei meccanismi di referral tra territori e servizi, competenze disomogenee rispetto ai contesti di provenienza e ai profili di vulnerabilità, prospettive di integrazione talvolta limitate. Colmare questi vuoti richiede formazione continua, coordinamento interistituzionale, raccolta dati sulla qualità degli esiti, coprogettazione con il terzo settore e con le comunità di riferimento.

Conclusioni

Riconoscere le esigenze particolari non significa isolare le persone in categorie, ma leggere con precisione i fattori di rischio e di protezione che incidono sulla loro vita. L’efficacia delle politiche e degli interventi dipende dalla capacità di collegare definizioni giuridiche, standard internazionali, procedure operative e servizi territoriali in un’unica trama coerente. Individuazione, referral e presa in carico diventano così i tre movimenti di un percorso che ha al centro la dignità, la sicurezza e l’autodeterminazione della persona, con la salute come diritto pienamente esigibile e la protezione dalla violenza di genere come impegno non negoziabile.

Bibliografia

  • Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati; Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica

  • D.Lgs. 18/2014 e D.Lgs. 142/2015; D.Lgs. 286/1998; normativa di recepimento e aggiornamenti in materia di accoglienza e tutela

  • UNHCR, linee guida su esigenze particolari e violenza sessuale e di genere; rapporti su rotte e rischi (ad es. “Viaggi disperati”)

  • OMS/WHO e partner, standard su salute dei migranti e risposta informata al trauma

  • Documenti tecnici su mediazione linguistico-culturale, presa in carico integrata e accesso ai LEA per richiedenti asilo e rifugiati