Benedite gli Accidenti

"Benedite gli accidenti, perché attraverso gli accidenti si fa maturare l'abilità." Queste parole, pronunciate con serenità disarmante da un maestro di teatro durante una prova, racchiudono una delle intuizioni più profonde sulla natura del cambiamento umano. Un'intuizione che trova eco sorprendente nei principi della psicoterapia interazionista e che riguarda chiunque, nella vita quotidiana come sul palcoscenico.

Francesco Gardona

10/21/20254 min leggere

red curtain stage
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La Trappola della Codifica Perfetta

Si pensi a chi si prepara a interpretare un personaggio nella commedia dell'arte. È necessario apprendere posture codificate, movimenti precisi, modalità interattive consolidate da secoli di tradizione. Ogni gesto ha il suo posto, ogni battuta la sua intonazione. È un processo necessario, persino affascinante: attraverso la rigidità della forma si impara la disciplina dell'arte.

Ma cosa accade quando, durante la rappresentazione, qualcosa va storto? Un collega dimentica una battuta, un movimento viene eseguito diversamente dal previsto, un oggetto di scena cade fuori tempo. L'imprevisto irrompe nella perfezione studiata. E chi è alle prime armi reagisce con ansia, frustrazione, paura.

Questa reazione riguarda tutti, ben oltre il palcoscenico teatrale.

Il Paradosso del Controllo

Nella vita quotidiana si è un po' tutti come chi è alle prime armi sul palco. Si cerca di tenere "le cose ben inquadrate e ben rimarginate", come si dice efficacemente nel linguaggio comune. Si costruiscono schemi, routine, aspettative. Si vorrebbe che la realtà rispondesse a "determinate codifiche", che le cose andassero "più o meno sempre come sono state anticipate".

È un bisogno comprensibile, persino sano. L'ordine e la schematizzazione hanno la loro valenza: permettono di orientarsi nel mondo, di prevedere le conseguenze delle azioni, di sentirsi sicuri. La mente, per principio di economia, cerca naturalmente di "fare il minimo sforzo" possibile, affidandosi a ciò che è noto e prevedibile.

Ma c'è un problema: la realtà non è così cooperativa. L'imprevisto è la norma, non l'eccezione.

L'Accidente Come Maestro

Ed è qui che interviene l'insegnamento: "Benedite gli accidenti". Non "sopportare" gli imprevisti, non "gestire" le emergenze con rassegnazione. Benedirli. Accoglierli come opportunità.

Perché? Perché è proprio attraverso l'imprevisto che maturano le abilità, che si sviluppano nuove competenze, che il proprio "personaggio" – sia esso un ruolo teatrale o la propria identità personale – evolve e si arricchisce.

Quando tutto procede secondo copione, si rimane nella zona di comfort. È solo quando qualcosa "cade fuori tempo" che si è costretti a improvvisare, a trovare soluzioni creative, a scoprire risorse che non si sapeva di possedere.

Dal Teatro alla Vita: La Prospettiva Interazionista

Questa intuizione teatrale trova una straordinaria corrispondenza nella psicoterapia interazionista. Secondo questo approccio, il cambiamento non avviene attraverso l'aderenza rigida a schemi precostituiti (siano essi copioni teatrali o "diagnosi" psicologiche), ma attraverso la capacità di ri-significare l'esperienza, di guardare all'imprevisto da prospettive diverse.

Come chi, superata la fase della codifica rigida, impara a portare la propria personalità all'interno del personaggio improvvisando e creando qualcosa di autentico, così chi affronta un percorso terapeutico impara a vedere che gli "accidenti" della vita non sono solo ostacoli da rimuovere, ma occasioni di scoperta e trasformazione.

Il terapeuta interazionista, proprio come il maestro teatrale, non offre risposte preconfezionate o ricette da seguire pedissequamente. Piuttosto, aiuta a sviluppare una diversa relazione con l'incertezza, a vedere nel "pertugio" dell'imprevisto non una minaccia, ma un'apertura verso nuove possibilità.

La Danza tra Struttura e Improvvisazione

C'è un equilibrio delicato da trovare. Non si tratta di abbandonare ogni struttura e vivere nel caos perpetuo. Come nota acutamente l'esperienza teatrale, anche quando si rompe uno schema ed si entra nel cambiamento, si tende dopo poco tempo a ri-schematizzare, a trovare un nuovo ordine.

E questo è naturale, persino necessario. Gli schemi servono. Ma la saggezza sta nel saperli attraversare, nel riconoscere quando è tempo di lasciarli andare, nell'avere il coraggio di "benedire" ciò che li mette in discussione.

La vera maestria – sul palcoscenico come nella vita – non sta nell'aderenza perfetta al copione, ma nella capacità di danzare tra codifica e improvvisazione, tra prevedibilità e scoperta, tra controllo e accettazione dell'incertezza.

Cambiare Approccio all'Imprevisto

Forse la lezione più importante di questa riflessione è proprio quella di cambiare l'approccio mentale di fronte all'imprevisto. Invece di viverlo con ansia come "una cosa fastidiosa, alle volte paurosa", si potrebbe imparare a vederlo come suggerisce il maestro teatrale: come il terreno fertile in cui "si può nascondere il valore della scoperta" e "il valore del cambiamento".

Questo non significa cercare deliberatamente il caos o l'instabilità. Significa piuttosto sviluppare quella che potremmo chiamare una "competenza nell'incertezza": la capacità di rimanere presenti e creativi quando le cose non vanno come previsto, quando la vita presenta variazioni non richieste nel copione.

Conclusione: Oltre la Paura dell'Imprevisto

"Ogni variazione che poteva esserci nell'interazione veniva vissuta come una cosa fastidiosa, alle volte paurosa." Questa frase descrive l'esperienza di molti, non solo di chi è in formazione teatrale. Si vive in una cultura che valorizza il controllo, la prevedibilità, la pianificazione perfetta.

Ma forse è tempo di imparare a "benedire gli accidenti". Non per masochismo o per rassegnazione, ma perché l'imprevisto è spesso la porta attraverso cui entra il cambiamento autentico, la crescita reale, la scoperta di ciò che si può diventare.

Sul palcoscenico della vita, come su quello del teatro, la vera arte non sta nel recitare perfettamente un copione prestabilito. Sta nel saper improvvisare quando il copione cambia, nel trasformare l'accidente in opportunità, nel fare della variazione imprevista non un nemico da temere, ma un alleato da accogliere.

Come si vive l'imprevisto nella quotidianità? Si riesce a "benedire gli accidenti" o li si percepisce ancora principalmente come minacce? La gestione dell'incertezza resta una delle sfide più affascinanti del nostro tempo, e forse condividere esperienze può aiutare a sviluppare quella competenza nell'incertezza che la vita contemporanea sempre più richiede.

Bibliografia

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